CRONACA – Serena Mollicone, confermata assoluzione per la famiglia Mottola. La figlia del brigadiere Tuzi: “Non c’è stata giustizia”

Maria Tuzi: “C’erano gli elementi per chiudere il cerchio. Valuteremo cosa fare, non so se c’è ancora forza per combattere”

ROMA – La Corte d’Assise d’appello di Roma, dopo oltre 4 ore di camera di consiglio, ha confermato l’assoluzione di Franco Mottola, della moglie Anna Maria, del figlio Marco e dei carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale nel processo per la morte di Serena Mollicone. La 18enne di Arce era scomparsa l’1° giugno del 2001 per poi essere ritrovata, senza vita, al boschetto dell’Anitrella. I Procuratori generali avevano chiesto 24 anni per Franco Mottola, allora comandante della Caserma dei Carabinieri di Arce, e 22 per la moglie Anna Maria e per il figlio Marco. “Sono delusa”. Così all’agenzia Dire Maria Tuzi, la figlia del brigadiere Santino, morto suicida sette anni dopo la morte di Serena Mollicone. Santino Tuzi era stato ascoltato dalla Procura e aveva rivelato di aver visto Serena entrare nella Caserma di Arce: quello fu un momento di svolta all’epoca, considerato decisivo nella vicenda di Serena Mollicone. “Gli elementi c’erano tutti – ha detto ancora alla Dire- I testimoni hanno parlato, hanno detto cose importanti. Si poteva chiudere il cerchio“. 

SERENA MOLLICONE, MARIA TUZI: NON C’È STATA GIUSTIZIA

 La voce pacata di Maria Tuzi non deve trarre in inganno. La delusione è tanta, la rabbia pure. Franco, Anna Maria Mottola, e il figlio Marco, oltre ai carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, sono stati assolti nuovamente. Oggi si è tenuta la sentenza della corte d’Assise d’Appello nel caso di Serena Mollicone, la 18enne di Arce, provincia di Frosinone, scomparsa l’1° giugno e ritrovata senza vita il 3 giugno nel boschetto dell’Anitrella, a pochi chilometri da casa. “Dobbiamo riprenderci da questa sentenza- ha sottolineato Maria Tuzi all’agenzia Dire- Dobbiamo riflettere, in questi giorni ci relazioneremo con i nostri avvocati. La riflessione serve per ammortizzare questa delusione. Non c’è stata giustizia. Più rabbia o delusione? Entrambe“. Un pensiero va ovviamente al padre Santino, il brigadiere morto suicida sette anni dopo la morte di Serena Mollicone. Santino Tuzi era stato ascoltato dalla Procura e aveva rivelato di aver visto Serena entrare nella Caserma di Arce. “Mio padre è stato il primo a parlare, ad aiutare Serena- ha detto ancora la figlia Maria- Sono dispiaciuta per Guglielmo, per tutta la battaglia che ha portato avanti“. Ora c’è il terzo grado di giudizio, ma è troppo presto per capire cosa faranno: “Gli anni passati a combattere, la stanchezza, sono tutti sul volto dei parenti di Serena. Non so se c’è la forza per combattere“.

Fonte Agenzia DIRE – www.dire.it

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